Tenute D'oltresele 25 Ottobre 1801

Carissimo Vytis

Era necessario che ritemprassi il mio spirito dopo gli ultimi eccezionali accadimenti avvicendatisi nelle ultime settimane. La scoperta di un rapporto così privilegiato tra il Papato e gli Stati dell'Impero mise a soqquadro non poco le mie già fragili coscenze di storia.
L'Oltresele é fantastico in questa stagione amico mio. E' cristallizzato nel tempo come una di quelle incisioni che adornano i luoghi antichi che il buon Re Carlo volle far scavare a Pompei. Chissà cos'altro troveranno lì sotto, racconti degni di Stefano Re!
Come Vi scrivo il tempo è buono, i raccolti ormai sono al sicuro e sulle montagne vicine si scorge qualche leggera foschia la mattina molto presto.
Sono preoccupato caro amico, non vorrei mai crederlo, ma suppongo di essere venuto a conoscenza di un piccolo segreto di casa Ranieri che avrà molte conseguenze. 
Ma procediamo con ordine:
Tornai da Napoli con il bagaglio pieno di piccole immagini religiose, che tanto sono venerate dalle donne, sia ricche che povere, di casa Ranieri, ma stavolta ebbi con me un dolce speciale. La creazione di una pasticcera artista nel suo campo. Ella ammalia il gusto dei reali da circa cinque anni, e nemmeno il terribile uragano francese potè nulla contro il suo laboratorio. Grazia Antonia, questo è il suo nome, mi consegnò una sua opera in pasta di mandorla per felicitarsi del ritorno in patria dei fratelli Ranieri.
Il Conte Vincenzo Cristoforo  e donna Lily erano in procinto di terminare i preparativi per il banchetto, quando, da oltre una siepe vediamo saltare un bellissimo destriero, non imponente, ma agile e atletico montato da una figura femminile in abiti maschili.
Era con il volto coperto; mi misi in guardia, sguainai la spada con la destra, e puntai la mia balestra da braccio con la sinistra. Eppure la cavallerizza misteriosa non parve impaurita, anzi, mi guardò negli occhi ed rise sonoramente.  "Fratello! Questi non mi danno pace!". 
Era mia sorella Rubinia quella che si presentò davanti ai miei occhi. Come potei riconoscerla, erano anni che non la vedevo, da quando andò in sposa a quel cicisbeo di Giovanni Depposo!
Ritornata a casa Rubinia andò a cambiarsi d'abito con Diana, l’attempata serva di casa Ranieri, mentre io mio fratello ci dirigemmo per capire chi le fosse alle calcagna.
Trasalii, erano uomini del De Biberia!
E perchè mai inseguivano il cavallo di Rubinia?
I due bravi ci guardarono con aria di sfida intimandoci di evitare inutili ostacoli alla cattura di un pericoloso brigante.
-Briganti qui?, ma che state dicendo, la paura dei Francesi vi ha messo male in capo!- Disse Cesare la cui tracotanza è pari a quella di un bufalo in un negozio di porcellane. 
Per un momento i nostri sguardi si incrociarono, ma i bravi, essendo in terreno nemico, decisero di non proseguire oltre il loro inseguimento.
Uno di loro si avvicinò e fece: - Questi sono posti dove non si dorme bene la notte, accorto a voi Conte!-

Scampato il pericolo rientrammo in villa, e trovammo una tavola imbandita con ogni ben di Dio. Durante il pasto eravamo in attesa di udire i motivi per cui due bravi a cavallo, profumatamente pagati, non fossero riusciti ad avere ragione di una giovane donna.
Eppure le parole di Rubinia furono evasive, iniziò a raccontarci di incontri poco chiari tra gli uomini del De Biberia e gli uomini eredi della banda di Angiolillo, quel brigante impiccato a Salerno quindici anni or sono.
Ma è inutile che vi tedi con queste vicissitudini di natura locale, a cui Voi siete distanti e poco potete apprezzarne i risvolti.
Sta di fatto che i briganti della zona sono sicuramente in combutta con quel farabutto e bisogna che ci si prepari al peggio.
Il problema è che i paesi della zona,come Altavilla, Controne, Albanella, sono separati da fitti boschi che offrono riparo ai maniglodi.
Ora, caro amico, sarà meglio che termini qui. Mi aspetta il confronto con un nemico insidioso, coadiuvato dalle nefandezze dei briganti.

A Presto mio caro amico, la mia tranquillità sarà piena con la fine del Cardinale de Biberia.