Bagnolo, 11 Settembre 1801

Carissimo Ausonio,
sono ben lieto di venire a conoscenza, dai contenuti della vostra ultima
missiva, che mancate di concedervi di tanto in tanto un po' di compagnia così
amabile.
Ho visto in ritratto le dame di cui voi mi parlate, e devo dire che
son proprio delle creature di rara bellezza... Se voi ne godete i favori,
potete certo dirvi uomo assai fortunato! Qui sappiamo che la Perro ha un debole
per il canto. Pur non avendola mai udita dal vero, ho conosciuto persone che mi
han detto che ella ama assai cantare una romanza in particolare, "Lo scorso
venerdì notte", una musica con liriche un poco licenziose. Ma chi lo sa, se poi
è vero oppure è solo una malalingua messa in giro da qualche damina invidiosa?
Invero la povera Caterina avrà pure un'ugola d'oro, ma certo non brilla quanto
a intelletto, se come voi mi dite, riuscite a farla cadere tra le vostre
braccia con certi trucchetti... In ogni caso, complimenti: da parte mia e del
La Rocca, che con fare paterno mi esorta a comunicarvi da parte sua di "darci
dentro". Ancora una volta non riesco a ben comprendere di che lui voglia
parlare, o forse ho compreso fin troppo bene e in tal caso per pudicizia
taccio...
Però, dopotutto, che se ne vada al diavolo pure il pudore! Fate fate, e
sappiate che fate assai bene, giacché se non lo fate voi, qualcun altro godrà
dei favori della signorina al posto vostro!
Ma veniamo a cose ben più serie: qui le cose vanno sempre nel modo consueto e,
se me lo consentite, piatto come un mare d'olio. Il conte beve, Siffredo
copula, BBB fuma e io mi snervo, recandomi spesso nei boschi circostanti con il
mio ottavino e una pistola carica. Ebbene, questa landa non può dirsi
perfettamente ripulita dai malfattori, nonostante progressi considerevoli sian
stati fatti. Il Tagliamano manca un po' a tutti qui, non allieta più nessuno
con le robuste dosi di busse che riceveva nella locale osteria. Narrano alcuni
abitanti che, più di una volta, coppie di nemici giurati si sian ritrovati a
bere un buon bicchiere di vino insieme dopo aver di comune accordo caricato le
spalle del Tagliamano di sonore legnate! Cose che danno fiducia nel futuro, che
regalano sorrisi a noi uomini di buona volontà, e alla mala schiena del
Tagliamano ecchimosi in gran quantità.
In ogni caso, di ben più seri argomenti vi volevo parlare: giusto dopo aver
ricevuto la vostra ultima lettera, ho narrato dei terribili accadimenti romani
ai miei amici. Dovevate vedere la scena: ero nella sala da pranzo; come ripeto,
nulla di sfarzoso o di nemmeno paragonabile ai fasti della città, ma un rustico
confortevole stanzone, con un paiolo di rame sul fuoco, pieno di un gustoso
pasticcio di granturco chiamato dai locali "polenta". Un gatto sonnecchiava
accanto all'ingresso della tana di un sorcio, e il conte se ne stava seduto a
capotavola con le lunghe gambe stese sotto il desco, e un bicchiere pieno della
sua amata bevanda color rubino tra le mani. Avevo appena iniziato a parlarne
con il mio anfitrione, quando si sentì il fischiettare giulivo del Siffredo,
certamente reduce da qualche avventura amatoria, che rimase in piedi sull'uscio
come in preda a un incantesimo, mentre ascoltava le mie parole. Dalla porta
aperta si intravedevano le nubi di fumo prodotte dal BBB, certamente intento a
sperimentare con slancio e dedizione qualche cura destinata ai poveri contadini
sul suo esile corpicino. Ebbene, non appena ebbi finito di spiegare, sia pure
per sommi capi come le cose stessero presso di voi, tutta la compagnia reagì
come un sol uomo: il conte gettò nel fuoco il bicchiere (non prima di essersi
scrupolosamente accertato di averlo svuotato per bene), e gridò:
"Non sia mai che noi si lasci un nobiluomo, per giunta amico di un amico,
nelle peste: si intervenga, e se necessario si armino le nostre mani, a maggior
gloria della cavalleria e del vino dei Castelli Romani!"
Il La Rocca ebbe negli occhi il bagliore delle grandi occasioni, e disse:
"Amici miei, non sono un grande spadaccino, ma ben altra sciabola io so
maneggiare... E all'occorrenza so trafiggere senza pietà, credetemi. Non
lascerò soli voialtri in questa impresa, e se non posso forse dare la morte,
posso distribuire ai nostri nemici corna come se piovesse!"
Infine, entrò il BBB con gli occhi spalancati e pieni di lagrime:
"Oh, amici, avrete certo bisogno di un medico tra di voi, e io desidero
mettere al servizio di questa nobilissima causa tutti i miei saperi, e di più,
se potrò. Il giuramento di Ippocrate mi impone di salvare le vite, ma se
dovessimo incontrare un inimico, statene certi me ne infischierò allegramente e
darò morte a dritta e a mancina!"
Ora, costituito in questo modo un gruppo d'arme, statene certo, mio buon
Ausonio, avete degli alleati in più. Insomma, a Roma, state ben tranquilli, e
con la gioia in cuore: la santa causa della libertà raccoglie adepti!
Mentre ci organizziamo e attendiamo vostre nuove, ricordatevi di saperci
vostri alleati in questa losca faccenda.

Vytis