Tenute d'Oltresele 22 Giugno 1801

Mio caro Vytis


Le Vostre facezie sono superate solo dal Vostro attaccamento al dovere. E' bello leggere di Voi e constatare che la Vostra salute e le Vostre fonti sono in ottimo stato.
Mi duole annunciarVi però che il disgraziato in questione si è dimostrato ottimo dissuasor di popolo indicando nella mia figura un aguzzino del contado!

Per fortuna un paio dei miei fidati bravi mi ha avvertito immantinentemente del periglio permettendomi di acchittare il mio portico d'ingresso come si sarebbe convenuto. Il malefico sobillatore, armato della sua immancabile spingarda, si pone a capo di una masnada di nullafacenti, una decina all'incirca, e indicando la mia dimora spinge quegli sfortunati all'assalto farneticando della presenza del demonio in persona negli scantinati della mia casa! La mia casa! come tu ben sai più di un santuario nella zona è stato edificato grazie alle mia donazioni e la festa patronale dedicata alla madre di Maria, in questi luoghi, si tiene grazie alle sovvenzioni della casata dei Ranieri! poffarbacco che onta!
 Ovviamente, il suddetto si tiene ben lontano dalla prima linea e tenta inutilmente di scoppiare qualche colpo con il suo pezzo d'antiquariato. Punta me e dilania una finestra, punta me e scheggia l'angolo della casa, punta me e il vecchio frassino perde un ramo; l'unico momento di terrore l'ho avuto quando il nostro caro tiratore ha voluto puntare su qualche ombra che si celava dietro le finestre di casa.
Non voglio dilungarmi inutilmente, mio caro Vytis, gli strepiti di quei disperati fecero imbizzarrire un paio di ronzini che tengo legati, evvero molto male, vicino a casa. Questi si liberano e corrono verso gli aggressori che, vista la mala parata, abbandonano il Tagliamano ai miei bravi che lo portano nelle cantine.
Non Vi dico la mia sorpresa quando colgo il tapino che si scioglie in un pianto singhiozzante con il naso moccioloso che cerca di abbracciare il più grosso dei miei.
Nonostante la visione fosse più prossima al riso che al pianto, indossai la mia faccia più truce per affrontarlo.
Non ci fu bisogno di molto tempo che il povero disgraziato si risolse a raccontarmi che il suo gesto è stato in realtà guidato dal Cardinale Giustino de Biberia; il Cardinale con il vezzo del canto!
Costui, mosso da invidia verso la popolarità della mia persona nella provincia e temendo che il pagamento per le sue decime finisse per le istituzioni locali, si risolse a far assumere il Tagliamano per creare un guazzabuglio tra le mie mura! Che infame!
Al termine di questo mese, al più tardi, il buon Cardinale riceverà la mia visita, cercherò di essere cordiale, ma fermo, soprattutto se non vuole avere il Tagliamano sulla coscienza.

A presto

Massimo Ausonio Ranieri