Ausonio dilettissimo,
duolemi assai di dover udire simili cose.
Non sia mai che dei villici si
prendano giuoco di un nobiluomo quale voi siete! Certo che, con quel piglio con
cui vi ha ritratto il vostro pittore di fiducia, sarebbe opportuno sì strigliare
ben bene le schiene di quegli zotici, ma almeno si lesinino un poco le nerbate,
ché qualche cosa da farvi perdonare l'avete anche voi... E suvvia, scrofa
paletta!
Anche voi, ammettetelo, avete un'aria luciferina. Mi ricordate quel
gentiluomo pontificio, molto intimo dei Chigi, come diavolo si chiama... Ah,
certo: Igino Della Moscovita!
Però, dunque, carissimo, abbiate la buona creanza
di spiegarmi più diffusamente la cagione di quanto voi mi dite. Per quanto io
posso dire a voi, sappiate che il Tagliamano da voi citatomi, viene qui
soprannominato in un modo che ad un forestiero potrebbe parere assai curioso:
egli è infatti detto "l'archibugio facile".
La cosa si spiega con la sua smodata
passione per una vecchia spingarda che tiene in casa e che, invece di lasciare a
far polvere sullo stipite del camino così come dovrebbe essere, ha la malsana
abitudine di portarsi in giro per poi servirsene da buon mestatore qual'è per
rovinare feste di matrimonio, cerimonie civili o altro ancora.
Va pure dicendo
in giro di essere pronto a mandare al mondo dei più chiunque si azzardi a
mettere in discussione le sue virtù militari. Certo che, con quel vecchio arnese
che si ritrova tra le mani, colleziona solo risate e pedate nel deretano da
parte dei gendarmi locali. Tuttavia, chissà che forse sotto quella fuliggine di
incompetenza si celi in realtà un mirabile tiratore. Ora devo proprio andare,
l'ho scritta così grossa che mi si sta slogando la mascella per le gran pazze
risate.
Rimango comunque a vostra disposizione e cordialmente vi porgo i miei
omaggi.